DONNE ICT

Ada Lovelace, il primo algoritmo della storia

Quando si pensa alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, riassunte con l’acronimo ICT , si immagina spesso la figura di un uomo piuttosto che di una donna. Eppure il primo algoritmo venne creato da una donna. Ovvero Ada Lovelace, lei fu la prima ad intuire le possibilità che poteva offrire una macchina analitica nella vita sociale. Difatti la studiosa definì la macchina analitica come uno strumento programmabile che avrebbe cambiato il futuro dell’umanità, rendendo molti lavori più semplici. Addirittura venne definita come profeta dell’era del computer. Proprio come aveva previsto Ada Lovelace l’intelligenza artificiale modificò non di poco la vita quotidiana, ciò ha aspetti positivi e aspetti negativi, basti pensare ai progressi fatti in medicina grazie ai dispositivi sempre all’avanguardia, invece un aspetto negativo potrebbe essere quello che molti ragazzi non hanno stimoli di uscire o di frequentare coetanei a causa della dipendenza dai videogiochi oppure più generalmente dalle risorse che forniscono i computer.

Dati e Numeri

Partiamo dai dati. Cercando di descrivere la situazione europea di donne e lavoro ICT, si può notare come solo 9 sviluppatori su 100 sono donne; solo il 19% dei manager nel settore digitale è di sesso femminile (rispetto al 45% in altri settori dei servizi); solo il 19% degli imprenditori nel settore digitale è di sesso femminile (rispetto al 54% in altri settori dei servizi). meno del 30% della forza lavoro nel settore è di sesso femminile; il numero di donne laureate in informatica è in calo (3% di donne rispetto al 10% di uomini). Le donne che scelgono le discipline tecnologiche, ingegneristiche o matematiche, sono poche rispetto agli uomini Uno dei passi fondamentali per avvicinare donne e lavoro ICT è quello di dare esempi positivi, che aiutino le donne a intraprendere fieramente carriere in questo settore Oltre ai dati su PIL e stipendi, una cosa che spesso non viene evidenziata è la capacità del mondo digitale di fornire stili di vita e modelli lavorativi più conciliabili con esigenze quali la maternità o il tempo libero. Parliamo dell’ormai celebre Smart Working.Questo approccio si può perfettamente innestare in una ridefinizione degli stili di vita femminili, concedendo più tempo libero e meno stress e quindi una più semplice gestione degli spazi familiari del vivere.

Computer girls

Quando i computer diventarono finalmente una realtà, le donne furono le prime a scriverne i programmi. Negli anni quaranta questa logica fu anche alla base della costruzione del primo computer programmabile degli Stati Uniti l’Eniac. Dopo la guerra la programmazione passò al settore privato, le donne si occuparono dei lavori più importanti. Nel 1967 c’erano tante programmatrici che la rivista Cosmopolitan pubblicò un articolo intitolato «Computer girls», nell’articolo si sottolineava che facendo quel lavoro le donne potevano guadagnare fino a ventimila dollari all’anno. il momento in cui le donne cominciarono a essere estromesse dalla programmazione nel 1984. Prima di allora quasi nessuno degli studenti che arrivavano al college aveva mai toccato un computer. Quando la prima generazione di personal computer per esempio il Commodore 64 e il Trs-80 arrivò nelle case, i ragazzi cominciarono a giocarci e impararono i concetti base della programmazione. Erano incredibilmente preparati e questi studenti erano prevalente maschi,nell’immaginario sociale dell’epoca, I computer erano per i maschi.

Perche poche donne nel sottore ICT?

L’acronimo ICT sta per Information and Communication Technology, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In Europa le donne laureate in informatica sono il 25% del totale, e quelle laureate in ingegneria informatica appena il 9%. Quali sono i motivi per la quale le donne nell’ict sono poche? Coinvolgendo studenti di scuola secondaria superiore, insegnanti e genitori di entrambi i sessi in Italia, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito, la ricerca ha evidenziato una sostanziale parità di attitudini e interesse per l’informatica fra i ragazzi e le ragazze. Il numero di ragazze che sceglie di proseguire gli studi nel settore tecnologico è in proporzione elevato, eppure ben il 50% di esse non intende avviarsi a una carriera nell’ICT. Il fattore che demotiva le studentesse è la convinzione che l’ambito ICT sia "di per sé più adatto agli uomini". In questo modo si assiste ad una pesante dispersione di talenti e capacità che sarebbero molto utili in un mercato che, nonostante la crisi economica, soffre la mancanza di figure professionali specializzate. Anche in Italia si è confermata la sostanziale parità di conoscenze e attitudine verso l’ICT fra ragazze e ragazzi. Il 76% delle ragazze dichiara di essere "interessate o molto interessate all’ICT". Purtroppo però di esse, ben quattro su cinque, nonostante l’interesse per la materia, si orientano verso scelte universitarie e professionali differenti.

Le piu grandi della storia

Ada Lovelace

Ada Lovelace, nata a Londra nel 1815, è considerata la prima programmatrice di computer al mondo dopo aver scritto un algoritmo destinato ad essere eseguito da una macchina. Lovelace è stata definita “profeta dell’era dei computer”, avendo espresso il potenziale che una macchina compilatrice avrebbe potuto avere al di fuori della semplice aritmetica.

Suor Mary Kenneth Keller

Fu una donna di fede ma anche una pioniera dell’informatica. La sua tesi trattava degli algoritmi necessari alla soluzione analitica di equazioni differenziali. Nel 1965 invece, iniziò una brillante carriera nel campo dell’insegnamento al Clarke College di Dubuque nell’Iowa, dove fondò il Dipartimento di Informatica del College e lo resse per ben vent’anni.